Sommario:
1. I problemi dell’approvvigionamento idrico italiano.
2. I nuovi dispositivi per l’accelerazione degli investimenti nel c.d. decreto siccità.
3. Le misure previste dal Pnrr.
3.1. Le riforme.
3.2. Gli investimenti.
4. Il controllo concomitante della Corte dei conti sull’operato del Mit.
4.1. Le carenze nella fase pianificatoria.
4.2. L’incoerenza fra obiettivo finale dell’investimento e risorse finanziarie stanziate.
4.3. Le criticità in ordine alla selezione dei progetti.
4.4. Le criticità in merito all’assolvimento degli obblighi di monitoraggio e di vigilanza sull’investimento.
4.5. Le perplessità in merito ai progetti non nativi Pnrr.
5. Conclusioni.
Abstract:
Water infrastructures in Italy urge a deep modernization, also due to the uneven distribution of rainfall caused by climate changes. A recent law decree adopted to tackle drought consequences entails the institution of a Special commissioner and ministerial control room implying the attribution of extensive powers to the Ministry of infrastructures. The latter is already in charge of a significant amount of fundings for water infrastructures in the framework of the National Recovery and Resilience Plan. In the meantime, however, the Court of Auditors approved a resolution in the exercise of a concurrent scrutiny on this item of expenditure, shedding light on some inefficiencies in the selection, planning and monitoring processes related to the funded projects. Therefore, the Ministry was urged to take measures to amend them, where still possible, and was invited to pay more attention in the exercise of its ordinary competences instead to call for more special commissioners and new procedural simplifications.
Le infrastrutture idriche in Italia richiedono un profondo ammodernamento, anche a causa della disomogenea distribuzione delle precipitazioni dovuta ai cambiamenti climatici. Un recente decreto-legge adottato per affrontare le conseguenze della siccità prevede l’istituzione di un commissario straordinario e di una cabina di regia ministeriale che implica l’attribuzione di ampi poteri al Ministero delle infrastrutture. Quest’ultimo è già responsabile di una quantità significativa di finanziamenti per le infrastrutture idriche nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel frattempo, però, la Corte dei Conti ha approvato una risoluzione nell’esercizio di un controllo concorrente su questa voce di spesa, facendo luce su alcune inefficienze nei processi di selezione, pianificazione e monitoraggio dei progetti finanziati. Pertanto, il Ministero è stato sollecitato ad adottare misure per modificarli, laddove ancora possibile, ed è stato invitato a prestare maggiore attenzione nell’esercizio delle sue competenze ordinarie, invece di ricorrere a più commissari straordinari e a nuove semplificazioni procedurali.