Cristiana Benetazzo, Le concessioni demaniali marittime a uso turistico-ri¬creativo tra diritto interno ed europeo

Sommario: 

1. Premessa: la necessità di verificare il grado di adeguamento del sistema interno ai principi europei in materia di concessioni demaniali con finalità turistico – ricreative a seguito della sentenza della Cgue, sez. V, 14 luglio 2016, cause C-458 e C-67/15. 

2. La distinzione tra concessione ed appalto: dal criterio qualitativo alla autonoma definizione del contratto di concessione.

3. Il sistema interno di gestione del demanio marittimo: dal modello della concessione-contratto alla gestione integrata delle coste. 

4. L’applicabilità dei principi di concorrenza alle concessioni di beni pubblici: la giurisprudenza della Corte di giustizia e la posizione della Commissione europea in favore della massima valorizzazione del “diritto alla trasparenza”.

5. La giurisprudenza italiana sull’applicabilità dei principi di trasparenza al procedimento di selezione del concessionario; la peculiare ipotesi di gestione mediante società in house. 

6. (Segue) La differenziazione delle attività di gestione degli stabilimenti balneari sulla base dei servizi offerti. 

7. Il diritto di “insistenza” e la proroga automatica delle concessioni demaniali: la posizione dell’Agcm e la procedura di infrazione subita dall’Italia nel 2008.

8. (Segue) La presa di posizione della Corte costituzionale in favore del rispetto delle regole della par condicio: conformità di tale orientamento all’art. 12 della direttiva Bolkestein nonché alle nuove disposizioni della direttiva 2014/23/Ue sul divieto di proroga della durata della concessione. 

9. Le questioni pregiudiziali sollevate dalla sentenza Tar Lombardia, 24 settembre 2014, n. 2401, e dall’ordinanza Cons. St., sez. IV, 1° settembre 2015, n. 4102, in ordine alla legittimità dell’art.1, c. 18, l. n. 25/2010, sulla proroga delle concessioni demaniali marittime. 

10. (Segue) I principi affermati dalla sentenza della Cgue, 14 luglio 2016, cause C-458/14 e C-67/15: l’applicabilità dell’art. 12 della direttiva 2006/123/CE anche alle concessioni di beni del demanio marittimo, lacuale e fluviale con finalità turistico-ricreative; il contrasto con la suddetta disposizione delle norme italiane che prevedono la proroga ex lege delle concessioni demaniali in essere.

11. La funzione di c.d. “armonizzazione” svolta dalle direttive Ue: ambito e limiti in rapporto al diritto primario dei Trattati. Parziali aperture in favore dell’autonomia dei singoli Stati membri: l’affermazione secondo cui l’affidamento di una concessione in assenza di una «procedura trasparente di gara» costituisce disparità di trattamento a danno di imprese che potrebbero essere interessate alla medesima concessione, solo qualora siffatta concessione presenti un «interesse transfrontaliero certo».

12. L’esigenza di una riforma organica della legislazione in materia alla luce della recente giurisprudenza Ue. 

13. (Segue) L’importanza di una programmazione generale e coordinata delle modalità di utilizzo delle aree costiere.

14 (Segue) Le proposte operative: a) la regola generale del procedimento ad evidenza pubblica per le nuove concessioni. Alcune positive esperienze regionali.

15. (Segue) b) La tutela dell’affidamento dei concessionari attuali e il “temperamento” della regola della gara pubblica per le aree già oggetto di concessione.

16. Alla ricerca di un utile parametro di raffronto nella direzione di una maggiore “apertura” all’autonomia nazionale quanto alle procedure di scelta del concessionario. Il modello portoghese: la non vincolatività del principio di gara e l’ampia discrezionalità dell’amministrazione in ordine alla durata della concessione.

17.(Segue) Il sistema spagnolo di gestione del demanio marittimo previsto dalla
Ley de Costas: la procedura competitiva come modello alternativo all’affidamento diretto senza gara e l’ampia durata dei rapporti concessori in funzione dell’uso sul bene.

18. L’ipotesi di un sistema a “doppio binario”, che contempli una proroga delle concessioni demaniali in essere, accompagnata dalla messa all’asta delle sole spiagge non assegnate. Necessità di un “bilanciamento” tra i principi di concorrenza e legittimo affidamento per la riassegnazione dei tratti di arenile già oggetto di precedenti concessioni.

Abstract:

This paper analyses the Italian regulation framework on beach concessions within a compared European framework, explaining the different pending issues and potential repercussions of the recent judgment by the EU Court of Justice, sect. V, 14 July 2016, Promoimpresa e Melis C-458/14 and C-67/15, which may impose – not only for Italy – a comprehensive beach reform that cannot be delayed any further. The aim of this project is to provide an impact assessment of Italian legislation in terms of beach concessions in order to establish the degree of adjustment of the national administrative system to the principles established by EU law, with particular reference to the protection of competition and the equal treatment of companies operating in the industry. Moreover, the models adopted by other Member States to manage coastal property (such as the Portuguese or the Spanish model) will also be analysed. In fact, these models – during this phase of uncertainty – may provide suggestions for the national legislature on how to amend the national system in order to make it more functional in terms of effectively managing State-owned beach property.

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