Edoardo Caruso, La disciplina del trasporto pubblico non di linea alla luce della sentenza n. 56/2020 della Corte costituzionale

Sommario:

1. Alle origini della legge quadro 15 gennaio 1992, n. 21.
2. La disciplina di taxi e Ncc prima della riforma del 2018.
3. Le novità introdotte dall’art. 10-bis, d.l. n. 135/2018.
4. Le posizioni dell’Agcm e dell’Art.
5. La sentenza 25 febbraio 2020, n. 56, della Corte costituzionale.
6. L’impatto della sentenza della Corte costituzionale sull’assetto delineato dalla riforma del 2019. Alcune riflessioni conclusive.

Abstract:

Recent studies on non-scheduled modes of public transport have focused primarily on market access by non-professional operators (e.g. UberPop). The changes to l. 21/1992, introduced by l.d. 135/2018, as amended from l .12/2019, as well as the Constitutional Court’s ruling n. 56 of 2020, suggest a re-focus on the activity of traditional operators in the sector (i.e. taxi and car rental with driver, known as NCC). The 2019 reform, which follows the underlying approach of the framework law (l. 21/1992), primarily sought to strengthen the “territoriality” of the NCC’s service and its separation with that of taxis. To that end, despite the censorships of some legal arrangements around this choice which were considered unreasonable and disproportionate, it was nonetheless substantially endorsed by the Constitutional Court. It remains, therefore, an important matter deserving of further reflection. 

I contributi dottrinali degli ultimi anni in tema di “trasporto pubblico non di linea” hanno riguardato soprattutto i profili relativi all’accesso al mercato degli operatori non professionisti (es. UberPop). Le modifiche alla legge quadro di settore, n. 21/1992, introdotte dal d.l. 135/2018, convertito dalla l. n. 12/2019, e la sentenza della Corte costituzionale n. 56/2020, hanno offerto l’occasione per ri-focalizzare l’attenzione sulla disciplina dell’attività degli operatori tradizionali del settore (taxi e Ncc). Infatti, in continuità con l’impostazione di fondo della legge quadro, il legislatore nel 2019 ha principalmente inteso rafforzare la “territorialità” del servizio Ncc e la sua separazione con quello dei taxi. Tale scelta, nonostante le censure rivolte in ordine ad alcune modalità legislative adottate (ritenute irragionevoli e non proporzionate), è stata sostanzialmente avallata dalla Corte costituzionale. Si tratta quindi di un aspetto centrale, meritevole di ulteriori riflessioni. 

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