Francesco Gaspari, La regolazione della mobilità urbana sostenibile e i limiti del Green Deal dell’Unione europea. Ovvero, il ruolo dello Stato all’alba della post-globalizzazione

Sommario:

1. La mobilità urbana sostenibile e il c.d. Green Deal dell’Unione europea.
2. I costi sociali dell’attuale sistema di trasporti su strada.
2.1 Inquinamento ambientale.
2.2. La sicurezza stradale e i costi della circolazione.
3. Il trasporto pubblico locale in alcuni modelli “virtuosi”.
3.1. Il caso del Lussemburgo e le iniziative del Governo tedesco.
3.2. Possibili scenari del trasporto pubblico gratuito in Italia tra Stato “facilitatore” e de-economicizzazione delle attività economiche. Ovvero, la mobilità come servizio ai cittadini o la mobilità al servizio dei cittadini?
4. Il fondamento giuridico e costituzionale del nuovo approccio alla mobilità sostenibile.
5. La transizione verso una nuova civiltà urbana e la mobilità sostenibile.

Abstract:

EU agendas and strategies. Instead, it suggests the idea of a mobility whose legal status represents the necessary condition in satisfying fundamental rights and interests protected by the Constitution, such as the environment, health, safety, security and lives of persons (meant not as consumers and individual atoms, as recipients of a service, but as relational subjects).

Il lavoro esamina il tema della mobilità urbana sostenibile alla luce del Green Deal dell’Unione europea e di alcune recenti esperienze nazionali, e in particolare quelle di Germania e Lussemburgo. Lo scritto sottopone a revisione critica il modello dello sviluppo sostenibile applicato alla mobilità, ipotizzando il superamento di siffatto modello con uno nuovo, con un’altra concezione di mobilità sostenibile. Tale approccio sembra essere necessario e in larga parte condiviso da studiosi e istituzioni, tenuto conto dei costi dell’attuale sistema dei trasporti, come quelli sociali e ambientali, oggetto di specifica analisi nello scritto. La nuova concezione della mobilità sostenibile proposta nel presente con-tributo non è, tuttavia, quella della mobilità come servizio, oggetto delle recenti politiche dell’Unione, bensì quella di una mobilità il cui statuto giuridico costituisca il presupposto per la soddisfazione di primari diritti e interessi costituzionalmente tutelati, come l’ambiente, la salute, la sicurezza e la vita delle persone, intese queste ultime non come consumatori e atomi individuali, destinatari di un servizio, ma come soggetti relazionali. 

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