Giuliano Taglianetti, L’impatto del d.l. n. 76/2020 sul diritto processuale dei contratti pubblici, tra vetera et nova

Sommario:

1. Premessa.
2. Il d.l. n. 76/2020 tra esigenza di celerità processuale e garanzia di stabilità delle decisioni pubbliche.
3. Considerazioni conclusive 

Abstract:

This paper critically examines the main innovations brought by the Law Decree 16 July 2020 no. 76 (converted into Law 11 September 2020 no. 120) on the special procedural law of public contracts. The Author asks, first of all, how much the Law Decree no. 76/2020 is actually able to simplify and speed up disputes relating to the procurement procedures referred to in Art. 120, paragraph1, of the Code of Administrative Trial and at what cost to the «due process». The Author also questions the actual innovative scope of some provisions of the Decree-Law no. 76/2020. According to the Author, the overall impression is that the legislator has balanced the greater protection afforded to enterprises, through provisions aimed at ensuring greater speed of the «procurement procedures», with measures for the protection of public authorities and interests underlying the contract (the reference is, in particular, to the extension of the scope of application of Art. 125 of the Code of Administrative Procedure laying down «…procedural provisions for disputes relating to strategic infrastructures»), inevitably limiting the effectiveness of the judicial protection. 

Il presente contributo analizza criticamente le principali innovazioni introdotte dal decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 (convertito dalla legge 11 settembre 2020, n. 120) alla speciale disciplina processuale dei contratti pubblici. L’analisi induce a interrogarsi su quanto il decreto in commento sia effettivamente in grado di semplificare e velocizzare il contenzioso inerente alle procedure di affidamento indicate nell’art. 120, comma 1, c.p.a. e a quale costo sul «giusto processo». Viene altresì posta in discussione la reale portata innovativa di alcune previsioni dello stesso decreto. L’impressione complessiva è che il legislatore abbia inteso compensare la maggiore protezione accordata alle imprese, attraverso disposizioni tese ad assicurare una maggiore celerità del «rito appalti», con misure protettive dell’amministrazione e degli interessi sottesi al contratto (il riferimento è, in particolare, all’estensione del perimetro di applicazione dell’art. 125 c.p.a., recante « … disposizioni processuali per le controversie relative a infrastrutture strategiche»), inevitabilmente limitative dell’effettività della tutela giurisdizionale. 

Autore