La Rivista

Munus – Rivista giuridica dei servizi pubblici è una Rivista quadrimestrale attiva dal 2011, fondata dai Prof.ri Giacinto della Cananea, Tommaso Edoardo Frosini e Aldo Sandulli.

Si tratta dell’unico periodico italiano, costruito con rigore scientifico, dedicato specificamente ai servizi pubblici e che dedica ampio spazio anche agli appalti pubblici. Tali settori sono di rilevante vastità e importanza strategica, costantemente al centro del dibattito scientifico, nonché dell’agenda politica ed economica italiana ed europea. Infatti, per studiare i rapporti tra pubblico e privato, tra istituzioni e mercato, tra Stato e società, tra globale e locale, tra politica e amministrazione, tra libertà ed eguaglianza, tra individuo e associazione, i servizi pubblici (e gli appalti) rappresentano, anche in chiave storica, una fondamentale cartina di tornasole.

Un laboratorio scientifico per il dialogo

Nei dieci anni di attività, la Rivista, oltre a colmare un vuoto in campo giuridico, ha avuto l’intento di creare un laboratorio scientifico, capace di mettere insieme e a far dialogare diritto e scienze sociali, scienze umane e scienze dure, studiosi e operatori: non vi è, oggi, un’area che si presti più di quella dei servizi pubblici a un siffatto tentativo. Anche perché tale area attrae gli interessi di una pluralità di studiosi (economisti, scienziati politici, sociologi, ma anche ingegneri, architetti, medici, ecc.), ciascuno dei quali si avvicina ad essa continuando a parlare la propria lingua, con la conseguenza di una babele culturale.
La Rivista, di taglio propriamente giuridico, ha quindi contribuito a una nuova koiné culturale, attraverso il graduale avvicinamento dei saperi e la costruzione di un linguaggio e di un patrimonio concettuale comune.

Un punto di riferimento per la comunità scientifica

La Rivista è divenuta, nel tempo, un punto di riferimento per la comunità scientifica sui temi dei servizi di interesse generale, che sono quelli su cui più consistente è l’avanzamento degli studi giuspubblicistici, sia in campo nazionale sia in ambito europeo. Munus ha pubblicato, nel corso degli anni, significativi contributi di valore scientifico elevato.

Oltre ai contenuti scientifici, elevato è anche il livello di competenza, in particolare nei settori centrali per la Rivista (servizi pubblici e appalti), dei suoi organi direttivi. Essa può contare sul consiglio e l’indirizzo di un Comitato scientifico nel quale figurano studiosi d’importanza internazionale, quali Elisenda Malaret, George Hermes, Delphine Costa, Mark Thatcher, Raul Letelier, Michele Ainis, Marco Cammelli, Sabino Cassese, Marcello Clarich, Guido Corso, Marco D’Alberti, Lucio D’Alessandro, Francesco De Sanctis, Giuseppe Franco Ferrari, Franco Fichera, Carlo Ibba, Massimo Luciani, Giuseppe Morbidelli, Gustavo Olivieri, Paola Ronfani, Giampaolo Rossi, Franco Gaetano Scoca.

Inoltre, la direzione di Aldo Sandulli (coadiuvato dapprima dai condirettori Giacinto della Cananea e Tommaso Edoardo Frosini e, oggi, dai condirettori Giuseppe Piperata e Lorenzo Saltari), è affiancata un Comitato direttivo, cui sono affidati compiti operativi, formato, attualmente, da professori ordinari delle aree scientifiche della scienza giuridica (in particolare, del diritto amministrativo) e dell’economia: Stefano Battini, Andrea Boitani, Ginevra Cerrina Feroni, Giacinto della Cananea, Fulvio Cortese, Marco Dugato, Leonardo Ferrara, Tommaso Edoardo Frosini, Vittorio Manes, Sergio Marotta, Giulio Napolitano, Giuseppe Piperata, Aristide Police, Lorenzo Saltari, Aldo Sandulli, Fabio Saitta, Mario Stella Richter.

 

La qualità scientifica dei contributi

La qualità scientifica dei contributi pubblicati da Munus è stata fortemente incentivata dall’adozione di un severo e trasparente procedimento di double-blind peer review nella valutazione e accettazione dei prodotti ospitati dalla Rivista, conformemente alle migliori prassi internazionali. 

Sin dal principio della sua attività, Munus si è dotata di un rigoroso codice etico che ha elevato un efficace chinese wall contro ipotesi di conflitto di interessi, nepotismomisconduct, violazione del diritto di riservatezza, corretto utilizzo dei risultati originali della ricerca scientifica. Il codice, pubblicato sul sito internet della Rivista e allegato alla richiesta di classificazione nella fascia più elevata, elenca i doveri di correttezza degli autori, del Comitato direttivo e dei referee esterni, coerentemente con le Committee on Publication Ethics’ Best Practice Guidelines for Journal Editors, il Publishing Ethics Resource Kit e le raccomandazioni di Elsevier.