Marco Bevilacqua, L’esercizio dei poteri pubblici per lo sviluppo delle infrastrutture di comunicazione elettronica

Sommario:

1. La transizione dal monopolio naturale alla liberalizzazione (e dunque all’oligopolio di mercato) nelle telecomunicazioni
2. L’evoluzione del mercato europeo delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche
3. Deroghe ed eccezioni al principio di libera concorrenza
3.1. Il paventato contrasto con il divieto degli aiuti di Stato
3.2. I modelli di intervento pubblico consentiti dal diritto eurounitario e dal diritto interno nel settore delle comunicazioni elettroniche.
4. L’accesso «riservato» dello Stato alla luce della procedura ad evidenza pubblica
5. L’auspicata configurazione autonoma del servizio di cablaggio
6. Considerazioni di sintesi

Abstract

The aim of the paper is to investigate the evolution of the market model in the electronic communications infrastructure sector. The strategic usefulness of (ultra) broadband as a tool for reducing physical distances between remote areas is evident. 
The introduction of the laissez-faire model within the EU legal system has brought with it several risks arising from the inefficiency of free market self-determination, such as the abandonment of rural areas because they are not economically viable. According to the recent positions expressed by the European Commission and, consequently, by the Italian legislator, the research will examine whether there is a possible change in the configuration of electronic communication services. More precisely, can the public institutions limit themselves to the role of regulator – or controller – of the market, or could it be admissible to consider a greater impact – such as a model of tempered nationalizations – of the public sphere in the economy?

Lo scopo dell’articolo è di analizzare l’evoluzione dei modelli di mercato che hanno trovato applicazione nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche. L’utilità strategica della banda (ultra)larga come strumento per ridurre le distanze fisiche tra aree remote è evidente. Tuttavia, dall’introduzione del modello di laissez-faire nel sistema giuridico dell’Unione europea possono riscontrarsi i diversi rischi che insorgono a causa dell’inefficiente autodeterminazione del libero mercato. Tali disfunzioni si registrano specialmente in conseguenza all’abbandono delle zone rurali poiché ritenute non economicamente redditizie. In costanza delle recenti posizioni espresse dalla Commissione europea e di conseguenza dal legislatore italiano, la ricerca condotta si occuperà di esaminare la potenziale transizione nella configurazione dei servizi di comunicazione elettronica. Più precisamente, può l’agente pubblico limitarsi a un ruolo di regolatore – o di controllore – del mercato, ovvero può ritenersi ammissibile una maggior incisività dell’esercizio dei poteri pubblici nell’economia? 

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